Su web ci si arrabbia. Spesso. Alle volte non ci si accontenta di una arrabbiatura di grado semplice, ma ci si inc***a di brutto.
Perché?
Per mille motivi: perché leggiamo una notizia brutta, perché siamo nel mezzo di una discussione inconcludente, perché il nostro interlocutore la pensa in modo completamente diverso, perché non porta argomentazioni, eccetera. Osserva bene: ogni post sui social pubblicato da un qualsiasi quotidiano di medio-alta audience è corredato da interminabili discussioni, con commenti di ogni genere. Un sacco di gente perde tempo e sforzi per far valere le proprie ragioni, anche quando non ne ha.
Uno degli effetti di tutto ciò è un sensibile aumento dell’ostilità on-line. Ti sarà sicuramente capitato di infilarti in una discussione su un tema che consideri caro. Probabilmente leggendo la discussione ti sarai infervorato quanto basta per intervenire e dire la tua. In sé è una cosa buona.
Come ricordavamo in un altro post, ricordiamoci che per intervenire “c’è modo e modo”. La comunicazione virtuale non aiuta, perché di per sé è un tantino carente di – per esempio – gestualità, comunicazione non verbale e para-verbale, enfasi, eccetera. Inoltre va sommato l’effetto della “distanza di sicurezza” spazio-temporale delle interazioni. In altre parole, mi risulta più facile dare del deficiente a un interlocutore di Bari standomene tranquillamente seduto sul divano, a Udine.
Il web è fatto anche di cose belle, per fortuna. Una di queste si chiama Parole O_Stili. Il titolo simpaticamente ambiguo, suggerisce che ci troviamo di fronte a qualcosa che ha a che fare con l’ostilità delle parole, in particolare on-line. Parole O_Stili è un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza nelle parole: alle spalle c’è una realtà che organizza incontri nelle scuole, nei contesti sportivi, nelle aziende, in TV e radio, nei convegni. Tutto per aiutare le persone a comunicare in modo non-ostile o, per stare al gioco di parole, ad avere un certo stile!
Il manifesto della comunicazione non ostile
Al momento della sua fondazione, nel 2017, Parole O_Stili ha pubblicato un manifesto di 10 punti, condiviso da decine di migliaia di utenti della rete.
Secondo gli ideatori, il manifesto è
un impegno di responsabilità condivisa per creare una Rete rispettosa e civile […], che ci faccia sentire in un luogo sicuro. Scritto e votato da una community di oltre 300 comunicatori, blogger e influencer, è una carta per ridefinire lo stile con cui stare in Rete.
Tradotti in 24 lingue, tra cui il curioso Emojitaliano, i dieci punti del manifesto hanno trovato diverse applicazioni (per esempio nel mondo dello sport, o in alcune storie racchiuse in un libro). Anche in questo blog, piano piano, proveremo a capire qualcosa in più su ciascuno di essi. Per ora ci limitiamo a scorrerli velocemente (ma non troppo):
- Virtuale è reale: dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
- Si è ciò che si comunica: le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
- Le parole danno forma al pensiero: mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
- Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
- Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
- Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
- Condividere è una responsabilità: condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
- Le idee si possono discutere, le persone si devono rispettare: non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
- Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
- Anche il silenzio comunica: quando la scelta migliore è tacere, taccio.
Parole O_Stili è una delle molte cose buone che rendono altrettanto buono il mondo virtuale, una risorsa capace di aiutarci a vivere “con stile” la nostra presenza on-line e non solo. Con questa nuova consapevolezza, chiediamoci:
- Penso che sia importante “presentarsi” nel modo giusto anche on-line?
- Qual è il tono delle mie conversazioni on-line? In altri termini: se fossi “dall’altra parte” e leggessi le mie frasi, i commenti, eccetera: cosa penserei di me?

Giovani ed educazione, social media, web e comunicazione. A caccia del buono e del bello, ma con poca mira. Papà. Giornalista.